Notizie Radicali
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  giovedì 31 marzo 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
La mia religione (5)

• (estratti dal testo originario, di Lev Tolstoj, 1883)

di Lev Tolstoi. A cura di Guido Biancardi

Recentemente, ho letto il capitolo V del Vangelo secondo san Matteo in compagnia di un rabbino. Quasi dopo  ogni massima, il rabbino mi diceva: questo esiste nella Bibbia, questo esiste nel Talmud, e mi mostrava, nella Bibbia e nel Talmud delle massime molto vicine a quelle che si ritrovano nel sermone della montagna. Ma quando siamo arrivati al versetto sulla non-resistenza al malvagio egli non ha detto che quella esisteva anche nel Talmud, e  non ha fatto che domandarmi con un sorriso “Ed i Cristiani lo fanno? Porgono l'altra guancia?”. Io non ho saputo cosa rispondergli dato che per di più ero al corrente  che in quel preciso momento i cristiani, lungi dal porgere le loro guance, colpivano gli ebrei sulle loro che questi ultimi porgevano. Ma avevo voglia di sapere se ci fosse qualcosa di simile  nella Bibbia o nel Talmud e gli feci questa domanda. Mi ha risposto “No, non esiste, ma, ditemi, i cristiani osservano questa legge?”. Attraverso questa domanda egli mi mostrava che la presenza nella legge cristiana di una regola che nessuno segue e che gli stessi cristiani considerano irrealizzabile è una testimonianza dell'assurdità e dell'inutilità di questa regola. A questo non ho potuto rispondergli.

 

L'insieme dell'Antico Testamento dice che le disgrazie del popolo ebreo derivano dal fatto di aver creduto a falsi dei invece di credere nel vero Dio. Samuele, nel suo primo libro, nei capitoli VIII e XII, accusa il popolo d'aver aggiunto una nuova apostasia a tutte quelle di cui si era reso colpevole, instaurando al posto di Dio , che era il suo re, un re umano da cui pensava di poter essere salvato.

 

Non credete al “tohu ( parola del Genesi che esprime l'idea di  vuoto associato al caos), al vuoto, diceva Samuele  al popolo. Egli non vi aiuterà e non vi salverà perchè è “tohu”, il vuoto. Non vi affidate che a Dio se non volete perire con il vostro re.

 

Era appunto la mia fede in questi “tohu”, in questi idoli vuoti che mi nascondeva la verità. Questi “tohu” che non avevo la forza di rinnegare si mantenevano davanti a me sul cammino della verità, nascondendomi la sua luce.

 

Uno di questi ultimi giorni passavo per la porta Borovitski; un mendicante mutilato era seduto per terra con la testa imbacuccata in uno straccio. Ho preso il mio porta-monete per dargli qualcosa. In quell'istante, un giovane bravo tizio dalle guance ben rosse (un granatiere nella sua divisa di pelliccia militare) uscì dal Kremlino, corse giù per la discesa. Vedendo il soldato il mendicante balzò sui suoi piedi e corse zoppicando verso i giardini di Alessandro in fondo alla discesa. Il granatiere tentò di acciuffarlo, ma non ci riuscì. Si fermò e si mise a riempire d'ingiurie il mendicante che non aveva rispettato il divieto di sedersi in quel posto. Attesi il granatiere davanti alla porta. Quando mi arrivò vicino gli domandai se sapesse leggere.

-        Sì, so leggere, perchè?

-        Hai letto il Vangelo?

-        Sì, l'ho letto.

-        Hai letto “chiunque darà da mangiare a colui che ha fame...”? Gli ricordai quel passaggio, Egli lo conosceva e mi ascoltò recitarlo. E vidi che era turbato. Due passanti si fermarono per ascoltarci, Manifestamente il granatiere soffriva nel vedere che compiendo perfettamente il suo dovere (cacciando la gente da dove doveva essere cacciata) si era trovato improvvisamente in torto. Era imbarazzato e cercava una scusa. Improvvisamente una luce brillò nei suoi intelligenti occhi neri, si girò verso di me di sbieco, come se dovesse partire.

-        E tu hai letto il regolamento militare?

Gli dissi che non l'avevo letto.

-        Allora non puoi dire niente, rispose il granatiere, e scosse la testa con aria vittoriosa, poi , richiudendo la sua pelliccia, riguadagnò la sua postazione con passo gagliardo.

 

Era l'unica persona che avevo visto giungere a risolvere in maniera strettamente logica quell'eterna questione che mi ponevo circa l'organizzazione della nostra società e che si pone ogni uomo che si dice cristiano.

 

5) Segue